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Sterilità di coppia: cosa fare se le tube sono chiuse



di Lamberto Coppola (*)






L’integrità anatomica e funzionale delle tube è indispensabile per garantire un corretto funzionamento riproduttivo. La sterilità femminile da fattore tubarico rappresenta una delle principali indicazioni a un ciclo di fecondazione in vitro (FIV). I progressi compiuti in tale campo dalla medicina consentono oggi una accurata valutazione della entità del danno, del grado di compromissione dell’organo e delle cause che lo hanno determinato. Le funzioni della tuba infatti sono molteplici: trasporto e nutrimento dei gameti, captazione ovulare, mantenimento di un ambiente adatto alla fecondazione, trasporto e nutrimento dello zigote.
Il funzionamento della Tuba di Falloppio è, quindi, molto complesso e risulta adeguato a condizione che siano rispettate le seguenti condizioni anatomico-funzionali:
 
  • Padiglione adeguatamente aperto;
  • Organo libero da aderenze;
  • Integrità dello strato muscolare;
  • Pervietà del lume tubarico;
  • Integrità della mucosa ciliata.
 
Il danno tubarico riconosce cause diverse:

     1) Causa infiammatoria
Il processo infiammatorio crea aderenze dovute all’azione dei fibroblasti e al deposito di fibrina, distrugge la tonaca muscolare e danneggia le cellule ciliate che non hanno nessuna tendenza alla rigenerazione. Quando il processo infiammatorio cessa, spontaneamente o in seguito a trattamento, possono persistere esiti cicatriziali irreversibili.

    2) Causa infettiva

E' la causa più frequente di lesioni tubo-peritoneali (80%). A tal proposito vale la pena ricordare che la Clamidya è il germe più spesso evidenziato attraverso la ricerca diretta su tampone cervicale, meglio se associato a quello uretrale, nonché alla sierodiagnosi. La Gonorreae rappresenta, a seconda delle statistiche, il 5-32% delle salpingiti acute. Appare invece ancora controverso il ruolo di Ureaplasma Urealitycum e di Mycoplasma Hominis. La Tubercolosi Genitale, invece, rappresenta solo il 6-10% delle cause infettive di lesione tubo-peritoneale. La frequenza di questa malattia è diminuita in maniera considerevole dal 1950 con lo sviluppo della vaccinazione di massa, della terapia antitubercolare e con il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie. I fattori di rischio per processi infettivi sono rappresentati, oltre che dalle Malattie Sessualmente Trasmessibili, anche dai dispositivi contraccettivi intrauterini, dalle manovre intrauterine diagnostiche o/e terapeutiche senza adeguata asepsi ed antisepsi.
 
   3) C ausa iatrogena

Tutti gli interventi chirurgici all’interno della cavità addominale favoriscono la comparsa di aderenze pelviperitoneali con un rischio minore per gli interventi eseguiti in laparoscopia.
 
   4) Endometriosi
 
   5) Malformazioni congenite

diverticoli congeniti, tube accessorie, assenza di segmenti tubarici, sindromi DES, patologia delle ciglia immobili (Sindrome di Kartagener).
 
 
COME FARE LA DIAGNOSI

Gli esami oggi a nostra disposizione per lo studio della tuba sono:
  • Rx Isterosalpingografia
  • Eco Isterosalpingografia (Sono Isterosalpingografia )
  • Videolaparoscopia con salpigocromoscopia percelioscopica
  • Idrolaparoscopia
  • Falloppioscopia e salpingoscopia.
 
L’approccio diagnostico alla sterilità da Fattore Tubarico oggi deve valutare non solo l’aspetto morfologico di pervietà, ma anche la funzionalità delle salpingi e del tratto utero – tubarico. Il grado di ostruzione tubarica può essere parziale o totale e l’apparente pervietà bilaterale può associarsi a danneggiamento della mucosa e del sistema ciliare, come ad alterazioni dello spessore della parete della salpinge. Anche la compromissione dello strato muscolare determina alterazione dell’attività peristaltica e aumentato rischio di gravidanza extrauterina. Inoltre, gli ultimi studi associano la presenza di idrosalpinge ad un minore tasso di successo e aumento di abortività nei cicli di PMA, pertanto la Salpingectomia o l’Agoaspiarazione della sacca eseguita prima della FIV sembra migliorare l’outcome riproduttivo. Alla luce di quando esposto, lo studio morfologico e funzionale della tuba, effettuato con tecniche più o meno invasive, risulta oggi necessario anche prima di intraprendere un programma IVF/ICSI con indicazione diversa dal fattore tubarico.
 
Tra le procedure meno invasive ed ambulatoriali di prima scelta ricordiamo:
  • Eco-isterosalpingografia.
  • Rx-isterosalpingografia.
 
Quest’ultima indagine ovviamente richiede ambiente idoneo per la presenza di strumentazione radiologica ed i relativi operatori tecnici che affiancano il ginecologo nell’esecuzione dell’esame.

Indagini più complesse ed invasive, da effettuare invece in regime di ricovero e/o Day Surgery sono:
  • Videolaparoscopia con salpigocromoscopia percelioscopica
  • Idrolaparoscopia
  • Falloppioscopia e salpingoscopia.
 
Un accurato inquadramento diagnostico consente la scelta dell’opzione terapeutica più giusta che può essere l’approccio microchirurgico o la PMA. 
L’associazione microchirurgia-PMA consente la soluzione del problema riproduttivo in più della metà delle donne affette da patologia tubarica.  

 
(*) Prof. Lamberto Coppola
Andrologo - Ginecologo - Sessuologo
Direttore dei Centri Integrati di Andrologia e Fisiopatologia della Riproduzione Umana
Tecnomed (Nardò- Lecce) e Casa di Cura Fabia Mater (Roma).


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