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COME LA CICOGNA VOLA NEL CIELO DI PUGLIA

Lo scorso novembre si è svolto a Roma il 1° Congresso Nazionale della Federazione Italiana di Ostetricia e Ginecologia (FIOG) che ha visto riuniti i rappresentanti italiani della materia (ginecologi liberi professionisti, universitari, ospedalieri, consultoriali, territoriali) nonché tutte le anime che affiancano la disciplina ginecologica (andrologi, sessuologi, biologi, ed ostetrici).In occasione di questo evento è stato redatto un documento che fornisce una nitida fotografia della cicogna italiana. I dati analizzati provengono dall’Istat, dal Cedap, dalla Relazione del Ministero della Salute sulla Procreazione Medicalmente Assistita e da quella sulla Interruzione Volontaria di Gravidanza.
 

Analizziamo questi numeri con il Prof. Lamberto Coppola, consigliere nazionale dell’Associazione Ginecologi Extra-Ospedalieri (AGEO), nonché delegato per l’Italia sud-est - Puglia, Basilicata e Molise - della Federazione Italiana di Ostetricia e Ginecologia (FIOG).
 
BILANCIO DEMOGRAFICO POSITIVO
Secondo i dati ISTAT, nel 2007 in Puglia sono nati 38.224 bambini dei quali 19.714 maschi e 18.510 femmine. Il mese in cui ci sono stati più parti è stato quello di ottobre, quello meno prolifico, invece, aprile. Complessivamente nella nostra regione si sono contati 34.588 decessi, pertanto il bilancio demografico è risultato posi­tivo, con un tasso di crescita naturale dell’1,1. La provincia di Bari è quella che ha dimostrato il tasso di crescita più significativo (pari a 2), mentre quella di Lecce ha rivelato un trend lievemente negativo (-0,2).
Il tasso di natalità è stato di 9,1 nati ogni 1000 abitanti (nel 2004 era pari a 10), leggermente inferiore alla media nazionale che risulta a 9,5. La provincia con il tasso di natalità più alto è stata quella di Foggia (9,6 nati ogni 1000 abitanti), seguita da quella di Bari (9,3), Taranto e Brindisi (8,9) ed infine Lecce (8,6).
 
I NOMI PIÙ GETTONATI
La Puglia ha visto nascere soprattutto dei Francesco e delle Martina, confermando la tendenza regionale del 2006. I maschietti e le femminucce pugliesi possono contare su una spe­ranza di vita rispettivamente di 79,2 anni e 84,2 anni, decisamente superiore alla media nazionale per i maschi ed in linea per le femmine.
 
L’età della cicogna
Così come nelle altre regioni, anche in Puglia, si è assistito ad un cambiamento delle abitudini riproduttive. La cicogna, infatti, non tiene più conto dell’età della madre.
In generale, in Italia, si è visto che l’età media delle madri è di 31 anni, sono  aumentate le “over 40” e diminuiscono le minorenni.
In Puglia, nel 2006 (ultimi dati disponibili), sono diventate madri soprattutto le donne tra i 30 e i 34 anni, ma la cicogna ha bussato anche alla porta di donne tra i 45 anni ed i 50 anni. In ogni caso bisogna tener presente che tutte queste donne non sono necessariamente alla loro prima gravidanza.
Le pugliesi aspettano un po’ prima di fare figli (l’età media è 30,7 anni) e quando decidono chiamano la cicogna una volta sola: il numero medio di figli, infatti, è di 1,27, un po’ al di sotto della media nazionale di 1,35.
Diverso il discorso per le donne straniere residenti in Puglia, le quali, così come nel resto delle regioni, diventano madri prima delle donne italiane (27,7 anni l’età media) e fanno più figli (2,36).
Se nel 1999 ogni 100 nati in Puglia 1,6 avevano almeno un genitore straniero, oggi sono 3,5 i bambi­ni con un genitore che non è nato in Italia, e di questi 2 hanno entrambi i genitori stranieri.
L’età media dei padri pugliesi è invece di 34,4 anni, 1 anno in meno rispetto alla media nazionale (il dato riguarda italiani e stranieri insieme).
 
più controlli, meno amniocentesi
Molti i controlli eseguiti durante la gravidanza: 89 pugliesi gravide su 100 si sottopongono a più di 4 visite nel corso dei 9 mesi, mentre il numero medio di ecografie per ogni gravidanza è pari a 5 (si tenga presente che il Ministero della Salute ritiene che il numero di ecografie raccomandate sia 3). Nell’ambito delle tecniche diagnostiche prenatali invasive, l’amniocente­si è quella più usata in Italia con il 16% di donne che si sottopongono a questa tecnica. In Puglia, invece, il ricorso a questa indagine è più basso: ogni 100 donne in gravidanza 10 si sottopongono ad amniocentesi.
 
IL PARTO IN PUGLIA: TAGLIO CESAREO O PARTO NATURALE?
Secondo l’analisi dei dati rilevati attraverso il flusso informativo del Certificato di assistenza al parto (CEDAP) realizzato dal Ministero della Salute, l’88% dei parti pugliesi avviene nelle strutture pubbliche e il 12% in quelle private convenzionate.
Nella regione Puglia, il 48% dei parti avviene mediante taglio cesareo e riguarda principalmente donne di cit­tadinanza italiana. Un dato molto al di sopra della media nazionale (37,3%) che è già un valore piuttosto elevato.
 
LA CICOGNA IN PROVETTA.
Anche in Puglia, a volte, la cicogna arriva in provetta. Secondo il Ministero della Salute, in Puglia si contano 8 centri in cui viene praticata la Procreazione Medicalmente Assistita, il 2,3 per cento di quelli presenti sul territorio nazionale (in totale 342).
Il 25% dei Centri pugliesi è pubblico (2 centri), il 25% convenzionato con il SSN (2 centri) e il 50% privato (4 centri).
Gli ultimi dati raccolti ed analizzati dal CEDAP e dall’Istituto Superiore di Sanità si riferiscono alle tecniche di PMA eseguite nella regione Puglia nell’anno 2005.
Da questi dati emerge che 249 donne pugliesi hanno partorito dopo tecniche di PMA, ma bisogna tener presente che non sempre la fecondazione è stata effettuata in centri pugliesi. La migrazione interregionale, infatti, riguarda il 10-15% delle coppie.
Di questi 249 parti il 75,59% è avvenuto in modalità spontanea, mentre il 25,97% con taglio cesareo e lo 0,44% con altre modalità. Il 18,5% di questi 249 parti è stato plurimo.
Le tecniche di procreazione assistita che sono state effettuate negli 8 centri pugliesi sono così distribuite: FIVET 39,4%, ICSI 14,9%, Induzione farmacologica all’ovulazione 14,5%, GIFT 5,6%, IUI 1,6%, altre tecniche 24,1%.
 
INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA (IVG)
Impossibile parlare delle nascite senza prendere in considerazione anche le interruzioni volontarie di gravidanza. Nel 2007 le IVG in Puglia sono calate del 2,2% rispetto all’anno precedente. Sono stati eseguiti, infatti, 11.083 interventi contro gli 11.333 del 2006.
Il tasso di abortività è stato pari a 1, con una diminuzione di -1,5 rispetto al 2006 (tasso di aborto ogni 1000 donne tra i 15 e i 49 anni).
La certificazione per l’IVG è stata rilasciata nel 12% dei casi dal consultorio (sul territorio regionale esistono 162 consultori pubblici), nel 52% dal medico di fiducia e nel 35% dal servizio ostetrico-ginecologico. Su 100 IVG eseguite, 50 sono avvenute in strutture pubbliche e 50 in cliniche convenzionate autorizzate.
E per finire l’obiezione di coscienza. L’80% dei ginecologi, il 63% degli anestesisti ed il 76% del personale non medico operanti nei centri pugliesi ove si effettuano IVG si sono dichiarati, nel 2006, obiettori di coscienza.

di
Giovanni Andrea Coppola


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